Luna piena di Giugno - Luna dell'Idromele o del Miele e della Sfinge

19.06.2016 17:28

 Luna piena di Giugno - Luna dell'Idromele o del Miele e della Sfinge

 

L'apparire nel cielo di questa Luna è indice di metamorfosi, indica la fine della fertilità e l'inizio della nuova vita. In questo periodo le arnie si riempiono di miele, e da qui il nome di Luna di miele, gli animali partoriscono e le uova degli uccellini si schiudono. L'aria si riempie dei colori delle farfalle che lasciano il bozzolo per rinascere a nuova vita. Ed è anche un periodo di metamorfosi per noi, un momento in cui possiamo reinventare la nostra vita, cambiare la nostra realtà individuale realizzando finalmente noi stessi.

Per fare questo, però, dobbiamo modificare la percezione che abbiamo della nostra vita e imparare ad osservarla con uno sguardo diverso, uno sguardo nuovo.

Questo nostro cambiamento viene facilitato se impariamo a vedere i vari cambiamenti che avvengono in natura, in modo semplice e fluido, senza fatica e senza sforzo, semplicemente lasciano che le cose fluiscano in modo armonico.

 

Per festeggiare questo Esbat, possiamo indossare abiti delle varie sfumature del giallo e dell'ambra, colori che ricordano il colore del miele; sull'altare mettiamo candele gialle e arancioni e bruciamo incenso di mirra, oppure una miscela di anice, lavanda e rosmarino; decoriamo l'altare con fiori gialli come dente di leone e tarassaco, raccogliamo i resti delle metamorfosi della natura (bozzoli, gusci di uova schiuse, piume, ecc..).

 

Possiamo fare un rito di buon auspicio costruendo una “scala della strega” utilizzando tre nastri lunghi almeno un metro ciascuno, uno rosso, uno bianco e uno nero; raccogliamo delle piume perse dagli uccellini (se possibile di diversi colori, se non le troviamo colorate possiamo colorale noi). Intrecciamo i nastri come una treccia e mettiamo 9 piume ad intervalli regolari.

Le piume vanno caricate di un intento, della nostra energia, e quando le abbiamo annodate tutte leghiamo tra loro le estremità della treccia formando un fiocco. Mettere la treccia tra le candele dell'altare recitando un incanto come ad es. “anello di piume, treccia di tre, che la fortuna sia con me”. Lasciamo la treccia sull'altare fino al completo esaurimento delle candele e poi appendiamola in casa in un luogo dove non venga notata. Ci proteggerà per i prossimi 12 mesi.

 

Possiamo anche fare un incantesimo per la nostra trasformazione personale mettendo in un sacchettino di tela i bozzoli, le piume e i gusci con cui abbiamo addobbato l'altare, aggiungiamo un nostro testimone (una ciocca di capelli o un pezzo d'unghia) e mettiamo il sacchettino davanti alle candele dell'altare recitando qualcosa del genere: “Doni della natura simbolo di trasformazione, date alla mia anima una giusta direzione; aiutatemi a trovare il coraggio di cambiare, in modo che la mia vita io possa trasformare; chiedo di ricevere un'intuizione, di avere una nuova ispirazione; io vi chiedo questo, che ciò succeda al più presto”.

Lasciamo il sacchettino sull'altare fino all'esaurimento delle candele poi portiamolo sempre con noi.

 

Nel calendario lunare è l'ottava luna ed è associata alla SFINGE. Chi non conosce il mito della Sfinge e della sua leggendaria domanda: cos'è che al mattino cammina su quattro gambe, a mezzogiorno su due e alla sera su tre? Questo sembra il massimo degli enigmi che la mistica patriarcale sia stata in grado di concepire, ma non è così. La Sfinge ti guida nell'enigma della tua esistenza e dal punto di vista mitologico è una creatura favolosa, metà umana e metà animale, incarna la saggezza ed ha lo sguardo rivolto verso la vita e la morte e la conoscenza di entrambe le condizioni. Sorveglia la soglia del mondo dei morti e solo chi sa rispondere correttamente alla sua domanda ha diritto di passare oltre, se la risposta è sbagliata si viene colpiti dalla rovina. La Sfinge è simbolo della forza femminile, al di là dei limiti, terribile, eroica, potente, sapiente, vigile e misteriosa; forse il suo simbolo è stato creato per rappresentare il mistero del femminile.

Nell'epoca del patriarcato, l'energia femminile è stata divisa in due: una metà rappresenta la brava, onesta, utile e sessualmente disponibile donna di tutti i giorni; l'altra metà rappresenta la misteriosa, irraggiungibile, mistica dea. Di ceto la donna porta in sé entrambe queste energie, anche se spesso non le riconosce. La Sfinge è la sfida necessaria per cambiare la quotidianità, che non è proprio fatta per alimentare i misteri delle donne, facendo in modo di accrescere le nostre misteriose, terribili ed enigmatiche forze interiori.

La Sfinge ci dice di non fare nulla che non soddisfi le nostre ambizioni, di fare solo ciò che non possiamo evitare di fare, di non permettere che ci venga tolta la possibilità di scelta, di non farci sottrarre la decisione.

É un animale predatore, che ti distrugge al fine di proteggerti. Se la incontri, non potrai più vivere come prima. Se non la incontri puoi restare sottomessa alle circostanze e sacrificarti e lamentarti, ma dopo averla incontrata non potrai più farlo. Lei ti guida nel mistero, affinché tu possa imparare a vedere chiaro.

 

La pianta della Sfinge è la felce. Quando la terra si formò, le prime piante che comparvero sul pianeta furono le felci e l'equiseto. Esse sono riuscite a mantenere inalterata la loro sostanza pur mutando la loro forma, e sono sopravvissute per miliardi di anni. I boschi di felci sono diventati arbusti e poi piccoli cespugli, ma ci sono ancora. Non necessitano di essere fecondate, ma lasciano cadere al suolo le loro spore, da cui nascono le nuove piante. Scacciano i parassiti e gli spiriti, e dormire su un cuscino di felce dona tranquillità e saggezza.

 

L'animale dell'ottava luna è la mosca. É antica quasi quanto la felce e può vivere ovunque sulla terra, al freddo e al caldo, nessuno è in grado di sterminarla né l'uomo né la natura stessa.

In molte culture la mosca rappresenta il maligno, i demoni e gli spiriti. Possono essere messaggere magiche. Nella mitologia orientale rappresenta il volo dell'anima e le anime non incarnate; la mitologia cristiana definisce Belzebù il principe delle mosche. Certo è che le mosche sono molto tenaci, non sono interessate alla sopravvivenza individuale ma a quella della specie, possono affrontare condizioni avverse e sopravvivere. In pratica, rappresentano il Male, che per il patriarcato è sinonimo della donna rissosa, di resistenza, di morte, di provocazione, ecc..