Il giardino di Medea - Le forze spirituali della Natura

06.04.2015 20:40

Il giardino di Medea

Le forze spirituali della Natura

 

Le guaritrici intuivano le forze spirituali che circolano fra l'essere umano e la Natura. Per loro la salute era intesa come salute del corpo e dell'anima.

Il loro sapere andava ben oltre la conoscenza delle virtù sedative di una pianta di camomilla o di quelle anestetiche del laudano, conosciuto e usato anche nella cultura greca. Il loro sapere si relazionava con le proprietà spirituali delle erbe e con le modalità ottimali con cui queste forze spirituali possono venire trasmesse all'essere umano malato. Per le donne sapienti, realtà sensibile e realtà soprannaturale si sovrapponevano, tutto rientrava nel potente ciclo della Natura, l'uomo come le piante, le pietre e gli astri, il fuoco e l'acqua, il caldo e il freddo, il destino della propria vita e quello altrui, l'amore e l'odio, le passioni e i sentimenti, positivi o negativi che fossero. Un ciclo unitario muoveva il cosmo, pervaso di forze spirituali che danno forma ai fiori come al volto della persona amata, o allo splendore degli astri. Le guaritrici erano depositarie e portatrici di una cultura la cui vita quotidiana è connessa a quella degli alberi, a quella della foresta tutta, delle piante e delle erbe che crescono nei campi. Anima, spirito, corpo, riflettono l'unione e l'armonia dell'unitario ciclo cosmico.

Gli esseri umani sono legati alla Natura e fra loro: la disarmonia di uno incide sull'armonia dell'altro, squilibri sociali riflettono quelli individuali e viceversa.

Le guaritrici sapevano che si può star male senza che alcun organo sia malato, che si può piangere non per sofferenza fisica, conoscevano il mal d'amore, follia, desolazione, conoscevano le malattie che nascono dalla povertà e dalla solitudine, dal non sentirsi amati e dal non amare, dall'egoismo, dall'avarizia, dalla crudeltà, malattie che non si limitano a colpire l'individuo ma circolano infettando la società intera.

Risanare, per le guaritrici, significava allontanare le forze oscure che appannano lo spirito e fanno ammalare il corpo, riedificare il contatto con le forze spirituali della Natura, con l'incanto dei boschi, delle foreste, dei prati fioriti, delle sorgenti, del mare, con la voce degli esseri elementari, con la meraviglia del creato. Risanare significava contrastare gli effetti devastanti di sentimenti negativi, riguardino essi l'individuo, la piccola comunità, o, per esteso, tensioni sociali suscitate da guerre, epidemie, carestie. Posto all'interno di una situazione di conflitto il corpo si ammala.

La malattia è l'entrare di forze negative nel corpo, negli animali, nelle piante, nel contesto sociale. Ci si ammala perché si invidia e perché si è invidiati, perché ci si rode su problemi minimi o ci si tormenta in drammi procurati da chi ci circonda, ci si ammala in società “infette” da intolleranza, rivalità, avidità, avarizia, egoismo, arroganza, crudeltà; socità dove l'individuo non viene rispettato e in cui “crescere” non significa procedere su una via armoniosa di evoluzione, ma destreggiarsi lungo un percorso accidentato, affollato non di sostegni ma di mortali insidie. Di mortificazioni. Di affronti. In questo caso, le guaritrici sapevano preparare medicamenti con le piante solari per eccellenza e fra esse l'iperico, il timo, la camomilla, il licopodio, l'artemisia, l'arnica, la calendula, la verbena, l'achillea, le nove piante magiche nate dal sole.

L'iperico, noto fin dai tempi antichi, regina delle piante solari che donano la luce e allontanano forze negative e ombre interiori, apre i suoi fiori quando il tempo è sereno e il sole è al suo massimo splendore. Cresce nelle zone asciutte se non aride, esposte al sole e dal sole trae la sua forza, del sole cattura luminosità, calore, raggi splendenti per farli propri. Quasi irraggiando sole estivo, l'iperico getta luce in ogni angolo oscuro della nostra anima, ne scaccia la malinconia, cattivi umori, depressione, paura. Scaccia ogni forza negativa che tende a rattrappire il nostro spirito e la nostra gioia di vivere. Ci rende vitalità, luce interiore, solarità; ci apre alla positività e al sorriso.

Non è droga, ma potente e solare forza spirituale quella che le guaritrici, con l'olio di iperico, sapevano restituire a chi pativa di crisi di panico, a chi aveva perso ogni fiducia in se stesso, a chi in breve riduceva la propria vita a un piccolo percorso, stretto fra recriminazione, rancore e accidia, o in invidia e scoramento provocato dall'indifferenza altrui. L'iperico è balsamo che da forza, essendo pianta sotto l'influsso di Marte, come scrisse Paracelso, e guarisce ogni genere di ferite, del corpo e della mente e dell'anima, guarisce da infezioni e da infiammazioni e da bruciature, cura la gastrite, le ulcere gastriche, le nevralgie, le infiammazioni dei nervi, i dolori muscolari e articolari.