Il giardino di Medea - 1° parte

06.04.2015 20:47

Il giardino di Medea

- 1° parte -

 

Nascevano nel giardino di Medea la mandragola, l'aconito, il giusquiamo, la cicuta, la primula, la belladonna, piante usate dalle “streghe”, piante di vita e di morte. Crescevano piante afrodisiache per preparare filtri amorosi, piante che controllavano la fecondità per preparare pozioni abortive.

Piante che rendevano la salute e piante che inducevano visioni e estasi. Pante che stimolavano l'erotismo e capaci di suscitare la passione.

Crescevano piante che potevano rendere immortale o allungare la vita chissà fino a quando e piante capaci di far ritrovare la perduta giovinezza.

Piante che stimolavano la chiaroveggenza, la seconda vista, la profezia.

Piante potenti, queste, la cui conoscenza si tramandò nei secoli. Le “streghe”, nei boschi e nei prati, d'estate subito dopo il taglio delle messi, e sotto le querce, sapevano come trovare la mandragola – pianta afrodisiaca per eccellenza – dai frutti gialli miticamente associati alla mela d'oro, frutto della conoscenza. Le “streghe”, come già Medea, con mano abile e occhio attento sapevano come dosare le loro pozioni a base di succo di mandragola, per far cadere i sofferenti in un sonno profondo, poichè la mandragola è sedativa, soporifera. Nella necessità di dover amputare un arto, o eseguire un taglio cesareo, le “streghe” sapevano sfruttare le potenti virtù anestetiche della mandragola, dopo aver spremuto il succo dalle radici e dopo averlo fatto addensare sul fuoco. Usavano questa pozione, in dosi minime, anche per trattare le infiammazioni, per eliminare forze negative responsabili di depressione o follia, per curare chi fosse stato avvelenato, o morso da un serpente. Con succo di mandragola guarivano chi veniva a bussare alla loro porta piegato dai dolori alle articolazioni. La sapienza tramandata di madre in figlia, suggeriva alle “streghe” le dosi giuste per rendere la salute; ogni “strega” sapeva che usata in dose eccessiva la mandragola induce alla follia, o a stati di allucinazioni o a visioni e può portare alla morte per convulsioni, mentre in dosi minime guarisce dall'epilessia.

La mandragola è pianta ginecologica, usata dalle “streghe” levatrici, ostetriche, per stimolare il desiderio sessuale. Promuoveva la fecondità, alleviava i dolori del parto e facilitava la nascita; veniva offerta come bevanda rigenerante alle puerpere, a essa si ricorreva per procurare aborti o per liberare il grembo da un neonato nato morto. Con la sua doppia radice, una di forma maschile dotata di una sorta di pene, l'altra di forma femminile munita di una cavità che simula la vagina – mentre i fiori assomigliano a seni di donna – le “streghe” vedevano nei semi e nelle forze spirituali di questa pianta un legame profondo con la specie umana.

La mandragola veniva chiamata la “pianta di Medea”, pianta regina nel giardino della primordiale guaritrice.

Con le radici di mandragola Medea suscitò nell'amato Giasone forze soprannaturali che fecero di lui un eroe. Aspirando i fumi sprigionati dalle mandragole gettate sul fuoco, essa evocava spiriti e defunti e operava incantesimi. Con essa preparava oli e pomate che, spalmati sul corpo, suscitavano visioni, allucinazioni e delirio. Induceva alla profezia: fu maneggiando la mandragola che gli etruschi impararono l'arte di predire il futuro. La pratica attraversò i secoli per giungere fino alle “streghe” perseguitate dall'Inquisizione. Esse preparavano oli divinatori unendo alla mandragola il giusquiamo, la belladonna, l'aconito, piante che la Chiesa dichiarò diaboliche: chi ne facesse uso era sottoposto al potere di Satana e come tale pronto per il rogo.

Durante i complessi riti che accompagnavano l'estrazione delle radici di mandragola, compiuti dopo aver tracciato un cerchio magico intorno al punto in cui cresceva la pianta, era necessario turarsi le orecchie con la cera, come già fecero i compagni di Ulisse per non venir travolti dal canto delle sirene: la mandragola, infatti, quando la si estrae, lancia un grido acutissimo che rende folli o uccide.