Il canto dell'auto-guarigione

06.05.2014 19:04

Sole, luna, stelle e pianeti, nel vostro slancio, fate scorrere le forze guaritrici attraverso di me!

E come un fiume gonfio di pioggia abbandona le sue acque nei mari, possa io donare a quanti hanno bisogno la conoscenza del cammino e l'intima comprensione che una è l'energia e in ogni forma danza, dal più piccolo atomo alle immense galassie.

In un battito di ciglia in me possa io scorgere sbocciare l'infinito ed essere libera.

Che il potere guaritore dell'aira, che tutti respiriamo, dimostri come siamo tutti insieme partecipi, e come ogni respiro mantenga l'equilibrio fra la vita e la morte.

Che il potere guaritore dell'acqua mi faccia crescere e possa io imparare a lasciar andare e vivere ogni momento nel flusso delle cose.

Che il potere guaritore della terra mi faccia rinascere, sì che io possa vedere eguale valore in tutte le molteplici forme che ha la vita, e così, in me stessa, porre fine al conflitto.

Che il potere guaritore del fuoco accenda nel mio cuore il vero desiderio elevandomi in alto, sempre più in alto.

Che il potere guaritore della luce illumini la mia visione, sì che in me si unisca quanto appare diviso, e possa io andar oltre sia il bene come il male e non veda la mia vita soltanto in bianco e nero.

Che il potere guaritore del suono dalla mia voce fluisca a tutto ciò che è intorno ed il mio orecchio accordi a tutto ciò che odo; possa la mia mente esser sempre più chiara, e libera io sia da speranza e paura.

E nel silenzio fondo che non ha centro alcuno, fa che io possa scorgere la grazia guaritrice dello spazio vuoto, brillante e luminoso quale essenza stessa della mia propria mente, e possa io andar oltre i ristretti concetti sia di vita che morte e possa io trascendere del tempo false idee.

Per la forza che sana da questo canto evocata, con me qualt'altri soffrono ora divengan forti; possano tutti i cuori conoscere la pace cui ogni cuore aspira.

 

                                                                                                                                                                John Shane, 1978