Ciò che chiamiamo “malattia” si può definire “trasmutazione”

30.01.2014 16:29
 

 

Siamo esseri spirituali che hanno scelto di avere un’esperienza umana e stiamo affrontando un momento molto importante per noi stessi e per il nostro pianeta, un salto quantico che ci permette di ricordare chi siamo e di vivere in una nuova consapevolezza.

In questo particolare momento della storia umana, siamo chiamati a un passo molto importante e particolare, abbiamo finito la scuola elementare e stiamo passando a quella superiore. E come ogni passaggio importante della vita, anche questo richiede un cambiamento. Dobbiamo essere capaci di cambiare il nostro approccio all’apprendimento di nuove esperienze allineandoci alle nuove energie che si stanno muovendo.

Ogni trasformazione nel corpo fisico e psichico porta con se inevitabilmente disagi e dolore. Quando si perdono i vecchi punti di riferimento e si avanza verso il nuovo, scattano molte resistenze che amplificano la sofferenza e la somatizzazione. In questi momenti c’è un gran rilascio emozionale e viene chiesto al nostro Bambino Interiore di rilasciare vecchi traumi che ci trattengono, energie che abbiamo tentato di reprimere per una vita intera. È normale essere inondati da correnti di improvvisa ed inspiegabile fatica, non è una passeggiata elaborare le vecchie energie.

Questo “dolore”, però, può essere più o meno intenso, dipende dal nostro approccio al cambiamento. Se siamo pronti, o anche solo “disponibili” al cambiamento, il nostro dolore sarà minimo, il tutto avverrà in modo fluido, scorrevole, senza traumi; se invece facciamo resistenza allora il dolore sarà intenso, sentiremo come se un grosso peso ci schiacciasse, come se stessimo lottando controcorrente in un fiume impetuoso.

Proviamo a chiederci “chi sono?” e “dove sono?” quando si sta vivendo un disagio o un momento di difficoltà emozionale e/o esistenziale. L’essere dove siamo e chi siamo è il risultato di tutte le nostre scelte, personali o condizionate, ma esclusivamente nostre.

La soluzione alla nostra situazione, al nostro disagio, al nostro malessere dipende solo da noi e da quello che sceglieremo di fare da oggi in avanti. I sintomi che si ripercuotono sul corpo altro non sono che segnali che abbiamo fatto scelte sbagliate, scelte che ci hanno portato “fuori strada”. Non è un caso se soffriamo di gastrite, asma, dolori articolari, sciatica, cervicale, emicrania, se ci ammaliamo spesso di raffreddore, se ci viene spesso la febbre, se prendiamo una storta … tutto sta ad indicare che il nostro atteggiamento verso noi stessi e verso il mondo è sbagliato.

Cosa fare allora? Fermarsi ad ascoltare … ascoltare quel corpo che ci sta parlano, quell’anima che sta gridando il suo malessere. Ascoltiamo quei sintomi che ci stanno dicendo che presto dovremmo correre ai ripari, perché se non li ascoltiamo si trasformeranno in qualcosa di più importante, qualcosa che non potremo più ignorare. Spesso viene riportato l’esempio, direi piuttosto calzante, della spia che si accende sul cruscotto della macchina … il sintomo è come la spia del cruscotto, se non verifichiamo cosa non va e se non vi poniamo rimedio alla radice … presto o tardi la macchina si fermerà e in alcuni casi dovrà essere “demolita” … vogliamo arrivare a questo? Direi proprio di NO! E allora, impariamo ad ascoltarci, a sentire che cosa il nostro profondo desidera dirci, che cosa vogliamo davvero e cosa, invece, non vogliamo più … Liberiamoci di ciò che non ci serve, di ciò che non ci piace, di ciò che non ci da gioia … senza per questo dover stravolgere completamente la nostra vita. Il cambiamento deve essere graduale, fluido e sorpattutto INDOLORE!